Il risultato finale dell’elaborazione dei dati è un modello 2D di resistività del sottosuolo chiamato tomografia elettrica e dallo studio di tale modello è possibile individuare tre elettro-strati sub-orizzontali ben definiti: il primo si estende dal piano campagna fino ad una profondità di circa 4 m ed è caratterizzato da valori di resistività compresi tra 50 e 700 Ohm⋅m correlabili alla presenza di rifiuti solidi urbani grossolani abbancati e asciutti; si notano in tale strato dei picchi di resistività da attribuire alla presenza di pneumatici stoccati nel corpo della discarica. Il secondo elettro-strato si individua a partire dal piano campagna per la sezione iniziale e finale per poi svilupparsi al di sotto del primo e fino alla profondità di 13 m ed è caratterizzato da bassi valori di resistività compresi tra 1 e 20 Ohm⋅m da attribuire, in accordo alla litostratigrafia del sito, ai terreni argillosi presenti e alla presenza di rifiuti abbancati saturi di percolato. Il terzo ed ultimo strato individuato si estende dalla superficie inferiore del secondo fino alla massima profondità investigata, circa 30 m, ed è caratterizzato da valori di resistività superiori a 700 Ohm⋅m imputabili alla presenza del substrato. 

Conclusioni

Le indagini indirette in questo caso studio sono state, quindi, eseguite principalmente allo scopo di ottenere una descrizione qualitativa e quantitativa del corpo della discarica e l’interpretazione delle tomografie ha consentito di individuare il punto di maggiore profondità della stessa, posto a circa 13 m, e di stimare complessivamente un volume di circa 40000 m3. In questo si riscontra l'importanza di questa tipologia di indagini che consentono appunto di ottenere una visione d'insieme del sito di interesse e di racchiudere la contaminazione all'interno di un certo volume, ma allo stesso tempo la necessità di prevedere nel piano di caratterizzazione altre tipologie di indagini che vadano ad integrare i risultati ottenuti dall'analisi delle tomografie e quindi a completare la caratterizzazione del sito in oggetto. La completa conoscenza della discarica sarà, infatti, raggiunta solo in seguito all'elaborazione dei risultati dei sondaggi e delle analisi chimico-fisiche previste. L’elaborato, dunque, vuole porgere l’attenzione sulla capacità delle tecniche di rilevamento geofisico di fornire una conoscenza complessiva e areale di un certo fenomeno di contaminazione del suolo e informazioni piuttosto dettagliate in merito ai diversi aspetti della contaminazione in atto, attraverso misurazioni rapide e non invasive in grado di contemplare anche eventuali evoluzioni dell’inquinamento e fenomeni di migrazione. Si approfondisce poi nello specifico il metodo geoelettrico che, nell'ambito del caso studio analizzato, ha consentito di ottenere una descrizione complessiva del sito indagato e che, in generale, risulta essere, in combinazione ai campionamenti e alle analisi chimico-fisiche, uno dei più utilizzati ed efficaci metodi di indagine indiretta da applicare allo studio delle discariche. Si offre, quindi, la possibilità di riflettere sulle potenzialità dell’applicazione simultanea di più indagini indirette nella fase di caratterizzazione dei siti contaminati: pur presentando alcune difficoltà, esse consentono infatti di semplificare gli interventi in sito e di ridurre notevolmente le tempistiche sia in termini di ottenimento dei dati che per quanto riguarda poi l’elaborazione degli stessi.