L’inquinamento, provocato da attività agricole e industriali, può causare la contaminazione delle matrici ambientali, costituendo un rischio significativo per l'approvvigionamento di acqua potabile e per gli ecosistemi. Pertanto, negli Stati Uniti e in Europa si sono sviluppate, nel corso degli anni, diverse tecniche di bonifica. In particolare, per il risanamento di acque sotterranee, un metodo in situ relativamente nuovo e potenzialmente importante è la barriera reattiva permeabile (BRP). Essa prevede la realizzazione di una barriera all’interno della zona satura del terreno con materiali reattivi per il trattamento di contaminanti organici e inorganici presenti in forma disciolta nell’acqua di falda. L'articolo illustra il funzionamento delle BRP attraverso l’esposizione di un caso studio, dove tale tecnologia ha permesso di ridurre le concentrazioni di uranio nelle acque sotterranee di un sito di stoccaggio.