Le acque reflue possono contenere vari metalli pesanti a seconda del tipo di attività da cui sono generate. Tra questi, uno dei più diffusi è il rame. I metodi comunemente utilizzati per il trattamento delle acque di processo sono la precipitazione chimica e i trattamenti biologici. Tuttavia, la presenza di leganti all’interno delle acque potrebbe rendere inefficienti i processi convenzionali con conseguenti rischi per la salute umana. Tra le diverse soluzioni proposte in letteratura, il presente lavoro analizza l’efficienza di un processo di sostituzione/precipitazione/deposizione/riduzione diretta (ERPDD) con scarti di ferro, recuperati da processi di lavorazione dei metalli, utilizzati come anodo sacrificale per il trattamento delle acque reflue contenenti complessi metallo-leganti. Sono state valutate le efficienze di rimozione del trattamento elettrochimico al variare dei principali parametri che influenzano il processo. Infine, è stato effettuato un confronto dei costi con un processo di sostituzione chimica e precipitazione.