Introduzione
Quanto costa il tuo Outfit a Napoli
All'interno di un mondo mediatico, i valori ai quali eravamo abituati sono poco a poco mutati e si sono adattati al contesto odierno, l'avvento del web e dei social network nelle loro differenti modalità si sono mano a mano sempre più inseriti nella vita delle persone, influenzandole.
Si parla di MATERIALISMO in questo periodo e del valore che le persone attraverso i media attribuiscono a tutto ciò che è apparenza.
Un innovazione può portare effetti negativi e positivi all'interno del suo contesto, il tutto dipende dall'utilizzo che se ne fa, questo ci fa capire appunto come ad esempio l'energia atomica prima del malaugurato uso che se ne è fatto abbia prima risolto problematiche che mai le persone che la introdussero avrebbero pensato possibili.
Possiamo sicuramente affermare che la nostra società, a partire dall'anno 2004 (anno fondazione facebook) si sia sempre più orientate alla condivisione di un informazione che poi è diventate cultura attraverso i Social Network, che sono per altro l'ultimo strumento mediale inseritosi nel mercato. Il risultato è una Società Globalizzata, dove valori e opinioni si spostano alla velocità della luce.
Questo ovviamente porta alla perdita dei valori più intrinsechi di ogni persona, basti pensare al dialetto, che sta sempre più scomparendo nei nostri territori, a favore di una lingua sempre più globalizzata. Sarà sicuramente interessante capire quali saranno le modalità per mantenerlo vivo e perché no, anche a reinvestire in esso.
Perché il Social Network?
Una cultura sempre più globalizzata ha bisogno di un informazione rapida, reperibile continuamente a seconda dei nostri interessi, in un mondo virtuale dove l'apparenza regna sovrana, il materialismo non può che affermarsi ed accostarsi alla presentazione, visione e quindi AUTO-RAPPRESENTAZIONE di ogni singola persona che in questo contesto diventa un UTENTE del mondo che ha deciso di abitare.
Una comunicazione è un dialogo che non ha limiti (non deve esserci accettazione/rifiuto di contenuto) e che non richiede nessuna spesa a livello economico, da vita ad un sistema sicuramente allettante, che nel corso degli anni si è sempre più verticalizzato in vari settori.
Quindi ricollegarsi all'aspetto visivo diventa scontato, tanto che ora più che mai l'apparenza prende il sopravvento e questo lo si può notare da tutto il mondo mediatico che ci circonda e dai fenomeni di influenza che sempre di più scandiscono le loro giornate per fini commerciali. (spazio infinito, target "illimitato").
Prodotti mediatici
Ci pubblicizziamo, ci sponsorizziamo, investiamo su di noi, questo è quello che sta succedendo, siamo diventati dei Prodotti mediatici, che si inseriscono sempre di più in questo vortice globalizzato, che sembra non finire e non avere un limite, dove il privato cede spazio al pubblico e viceversa, dove la condivisione sociale digitale prende sempre più campo a dispetto di quella reale. Essere umano distributore di contenuto, rete distributiva che respira all'interno di un sistema aperto.
Stiamo vivendo all'interno di uno show, dove siamo spettatori e attori e produttori di contenuti, dove gioiamo di vittorie e godiamo per sconfitte. Siamo in grado si sognare di poter pensare di realizzare qualsiasi cosa anche senza il minimo sforzo; le persone di riferimento sono solo al di la dello schermo e si interfacciano con noi, ma questo è solo l'intendo di un contro·circuito mediatico dove la finzione prende il sopravvento e questo confine sempre più sottile rende ancora più difficile no cadere nella dipendenza di questo sistema che ormai ha invaso le nostre esistenza.
Siamo diventati delle entità indipendenti capaci di filtrare il sistema nel quali siamo inseriti, i media di comunicazione sono ormai differenti e grazie alla tecnologia oggi non siamo obbligati a rispondere a nessun obbligo, o forse questo è quello che altre persone cercano di farci credere.
Avete mai provato a prenotare un incontro per creare il vostro passaporto? Noterete che il sistema lentamente si sta adattando e forse questo è un passo avanti, ma ricordiamo sempre che l'evoluzione è una lenta e costante variazione, lenta, quasi impercettibile, ma costante.
Dieci anni di cambiamenti: l’immaginario collettivo dopo la grande trasformazione
Grazie alla diffusione delle tecnologie digitali, nel giro di un decennio la grande trasformazione dei media ha determinato una rivoluzione copernicana, che ha posto l’io-utente al centro del sistema attraverso alcuni processi fondamentali:
la personalizzazione dell’impiego dei media, che ha favorito la desincronizzazione dei palinsesti collettivi e la personalizzazione delle modalità di fruizione dei contenuti di intrattenimento e dei percorsi di accesso alle informazioni, scardinando così la gerarchia tradizionale dei mezzi, che attribuiva alle fonti professionali e autorevoli dell’informazione mainstream un ruolo esclusivo;
l’ingresso nell’era biomediatica, caratterizzata dalla trascrizione virtuale e dalla condivisione telematica in tempo reale delle biografie personali attraverso i social network, che sancisce il primato dell’io-utente, produttore esso stesso ‒ oltre che fruitore ‒ di contenuti della comunicazione;
si è così inaugurata una fase nuova all’insegna della primazia dello sharing sul diritto alla privacy: l’io è il contenuto e il disvelamento del sé digitale è diventata la prassi comune. “Broadcast yourself!”, recita il pay-off di YouTube. L’individuo si specchia nei media (ne è il contenuto) creati dall’individuo stesso (ne è anche il produttore): i media sono io;
si è quindi arrivati all’avvio del nuovo ciclo della economia della disintermediazione digitale (dall’e-commerce all’home banking, dai rapporti in rete con le amministrazioni pubbliche alla condivisione online di beni e servizi), con lo spostamento della creazione di valore da filiere produttive e occupazionali tradizionali in nuovi ambiti, perché per i cittadini e i consumatori si amplia notevolmente la gamma degli impieghi di internet, che oggi consente di rispondere a una pluralità di bisogni molto più articolati e sofisticati rispetto alla sola esigenza di comunicare, di informarsi e di intrattenersi;
si è dunque radicata la fede nel potenziale di emancipazione delle comunità attribuito ai processi di disintermediazione resi possibili dalla rete attraverso il lifelogging, il self-tracking e i big data, all’interno di un percorso che potremmo definire di autodeterminazione digitale basata sul continuo feedback dei dispositivi tecnologici (per questa via, i media digitali hanno finito per contribuire alla divaricazione del solco tra élite e popolo).
Si può fare oggi un bilancio degli effetti prodotti da tutti questi processi sull’immaginario collettivo degli italiani, cioè su quell’insieme di valori, simboli, miti d’oggi che informano le aspettative, orientano le priorità, guidano le scelte, insomma definiscono l’agenda condivisa della società: quell’immaginario su cui oggi è proprio internet a esercitare la sua influenza con forza crescente. Da questo punto di vista, emergono due aspetti inequivocabili:
- innanzitutto, il carattere di transizione della fase attuale, per cui nel corpo sociale coesistono valori vecchi e nuovi, offline e online, e alle immagini ad alta valenza simbolica care alle generazioni dei padri si affiancano oggi le icone della contemporaneità fatte proprie dai figli, con il risultato di spezzettare quell’immaginario collettivo omogeneo che nelle epoche passate aveva caratterizzato univocamente lo sviluppo sociale del Paese. Quei riferimenti radicati nella società negli anni del boom economico (il posto fisso, la casa di proprietà, l’automobile nuova, un buon titolo di studio), e che hanno sostenuto lo slancio vitale di intere generazioni dal dopoguerra in avanti, si impastano oggi con i miti fondativi dell’app economy: lo smartphone come oggetto di culto dall’alto impatto simbolico, oltre che funzionale; la potenza di internet e social network, con cui filtrare personalmente il mondo esterno e condividere l’espressione di sé; il selfie, come emblema dell’auto-referenzialità individualistica;
- in secondo luogo, si deve constatare che nell’immaginario delle giovani generazioni la scala dei fattori ritenuti oggi centrali è di fatto rovesciata rispetto a quella degli adulti e degli anziani, perché per loro a caratterizzare di più i tempi moderni sono senz’altro internet e i social network, lo smartphone e i selfie, o anche il primato del corpo (che si traduce concretamente nella pratica dei tatuaggi, del fitness, della manipolazione del proprio aspetto tramite la chirurgia estetica), piuttosto che il tanto invocato posto fisso, la tanto celebrata casa di proprietà, il tanto auspicato acquisto dell’automobile nuova o il tanto agognato conseguimento di un buon titolo di studio a garanzia dell’ascesa sociale.
Il nuovo immaginario collettivo, in grado di condizionare priorità sociali e aspettative esistenziali, riflette così l’integrazione avvenuta nei nostri anni tra media generalisti e media personali, nonché le tante culture e i tanti linguaggi che si trasfondono nei media digitali. Non è polvere di immaginario, non sono simboli ridotti a coriandoli, ma il segno di una transizione epocale rimasta ancora incompiuta.
La rappresentazione sociale della realtà sta sempre più diminuendo una conoscenza diretta dell'informazione, la perdità delle COMPETENZE SOCIALI e del mondo INTERPERSONALE del nostro IO verrà sempre meno a favore di una CONDIVISIONE IMMEDIATA associata ad una METABOLIZZAZZIONE ESPERIENZIALE.
Gli Strumenti Mediatici
Ogni strumento mediatico compie un evoluzione all'interno del contesto in cui si inserisce. Alcuni nascono si sviluppano e imparano a convivere creando un vero e proprio ecosistema, altri si potenziano o cedono spazio all'innovazione. Basti pensare all'introduzione della televisione all'interno della vita degli italiani, la quale non solo ha favorito un'alfabetizzazione del popolo ma ha anche globalizzato l'informazione, facendo perdere anche la personalizzazione di ogni singola regione e di tutto ciò che ne consegue a livello di comunicazione.
STAMPA XV secolo · Gutemberg
CINEMA · Fratelli Lumiere
RADIO 1901 · Marconi
TELEVISIONE 1925 · John Logie Bard
INTERNET 1963/1967 · Arpanet
Web 1991 · Tim Bernerns LEE (diffusione più lenta e meno capillare rispetto alla televisione)
Interazione Mediatica
Nel momento in cui un processo di comunicazione si inserisce un sistema mediale, il rapporto tra noi e il mondo non è ovviamente più diretto.
Proviamo a immaginarci in un contesto analogico con le funzionalità di facebook o di qualche social network a cui siamo avvezzi, o anche ad un semplice sito dove richiediamo informazioni.
In un contesto analogico passato l'interazione senza mediazione era all'ordine del giorno (ESPERIENZA DIRETTA ovvero tutto passava attraverso la PRESENZA FISICA).
Il telefono è uno dei primi esempi di esperienza mediata dove attraverso uno strumento inizio a perdere dell'informazioni a favore dell'azione scaturita dall'oggetto
Si guadagna la comunicazione senza vincoli di distanza fisica, perdendo tutta una serie di fattori legati ad una comunicazione diretta.
Un'evoluzione diretta la riscontriamo nell'Instant Messaging, dove abbiamo un'interazione sincrona o asincrona a seconda di come l'utente decide di creare la sua comunicazione (posso rispondere subito o aspettare, meno invasiva, meno sensibile). Per porre rimedio a certi aspetti che il tono di voce e il timbro della comunicazione, che se ci riflettiamo è un ibrido tra la mail e la conversazione telefonica, in questi ultimi anni l'avvento delle EM0JI è sicuramente stata un'innovazione che merita di essere citata in questo contesto digitale.
L'UNIDIREZIONALITà della maggior parte dei sistemi di comunicazione di massa è sempre stato un limite che nel corso della storia dell'uomo è sempre stata assottigliata.
Da un singolo utente arrivano informazione e un pubblico di tot persone fruisce di questo contenuto senza fornire un vero e proprio feedback, visto che la comunicazione è bloccata dal sistema in cui il prodotto vive, per esempio acquistando un libro che dopo esser stato letto, non è stato gradito dall'utente, non consente di creare una vera e propria relazione tra le due parti in causa, se non in questo contesto, attraverso l'utilizzo di altri strumenti mediatici.
Essenzialmente questa è la base della CULTURA DI MASSA per come è nata e si è sviluppata.
Con l'avvento di nuovi strumenti di comunicazione: l'INTERAZIONE DIVENTA MEDIATA (attraverso utilizzo dei media) dove non abbiamo più un'unidirezionalita comunicativa, ma dove tutti siamo produttori d contenuti, senza limiti di tempo e spazio, e dove la gestione del sistema consente ad ogni ente di controllare ed eventualmente censurare il sistema.