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Phytoremediation: le piante per bonificare i siti contaminati
  • Vincenzo Marino
Vincenzo Marino
University of Salerno

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Abstract

La problematica dei siti contaminati è di grande attualità e assume un’importanza estremamente rilevante nell’ambito del rischio ambientale e della salute pubblica. I contaminanti del suolo, infatti, possono essere caratterizzati da alti livelli di tossicità, di persistenza nell’ambiente e da una certa mobilità che può portare alla contaminazione delle acque sotterranee e alla catena alimentare, fino a diventare fonte di pericolo per la salute umana. I siti contaminati necessitano, quindi, di interventi di bonifica che si differenziano in funzione delle caratteristiche sito-specifiche, di fattori economici e degli obiettivi della bonifica. Tra le diverse tecniche si inserisce la Phytoremediation, che sfrutta le proprietà ecofisiologiche di particolari tipi di piante per ridurre le concentrazioni di inquinanti nel suolo. Il presente elaborato tratta un caso studio in cui tale tecnica è stata adottata con particolare efficacia per bonificare un sito contaminato da metalli pesanti (Cd, Hg, Zn).
21 May 2020Submitted to Tecnologie per l'ambiente
22 May 2020Editor invited a reviewer
22 May 2020Editor invited a reviewer
22 May 2020Editor invited a reviewer
23 May 2020Review Report #2 received
24 May 2020Review Report #3 received
31 May 2020Review Report #1 received
03 Jun 2020Editor invited a reviewer
08 Jun 2020Review Report #4 received
26 Jun 2020Published in Tecnologie per l'ambiente
Domenico Giaquinto posted a review
La tematica è stata affrontata molto chiaramente anche attraverso l'esposizione del caso studio, se possibile si potrebbe aggiungere un riferimento alla normativa legato alla concentrazione di metalli pesanti nel suolo. Formattazione del testo giusta cosi come didascalie e riferimenti bibliograficiAbstract Rigo 5     "contaminazione delle acque sotterranee e della catena alimentare" La rimozione di metalli pesanti mediante Fitoestrazione Rigo 12       " La Fitoestrazione si basa sull'uso di piante ad alta capacità di accumulo dette iperaccumulatrici,  le quali sono in grado di tollerare e accumulare
Domenico Giaquinto posted a review
Complessivamente l’articolo risulta di piacevole lettura, la tematica è affrontata in modo chiaro ed organico. Comprende in totale 8066 spazi inclusi, quindi rientra nei limiti suggeriti dalle linee guida. È inserita un’immagine correttamente, invece le citazioni non rispettano la sintassi imposta. Sarebbe stato interessante un maggiore approfondimento normativo oltre che un’analisi degli svantaggi di tale tecnica. In definitiva il caso studio risulta rilevante ed inoltre, essendo un sito italiano, è stimolante vedere applicazioni a noi vicine ed anche recenti.
Domenico Giaquinto posted a review
Nel complesso è possibile dire che l'articolo scritto descrive bene la problematica facendone capire i vari aspetti. Mancano degli inquadramenti normativi e un accenno del caso studio nel paragrafo introduttivo, per il resto l'articolo di riferimento è stato descritto abbastanza bene. Ho riscontrato qualche problemino legato alla comprensione di alcune frasi, dovuto probabilmente ai termini adoperati, e per questo consiglio di usare dei sinonimi oppure di esplicitare meglio i concetti. 1)AbstractQuando nell abstract scrivi " Nell'articolo viene riportato un caso studio condotto nella provincia di
Domenico Giaquinto posted a review
Nel secondo paragrafo rielaborare il concetto sulle aree contaminate in quanto sembra che le attività industriali e i siti di stoccaggio dei rifiuti provochino sempre la contaminazione del sito in cui sono ubicati.Modificare il periodo "vengono diversi meccanismi di..." con " "in funzione delle caratteristiche del suolo, della tipologia di pianta utilizzata per il processo e del contaminate da trattare è possibile identificare diversi meccanismi di Phytoremediation (Patra et al, 2020)Per la figura 1 scegliere un'immagine più rappresentativa, magari che mostri come le diverse