La problematica dei siti contaminati è di grande attualità e assume un’importanza estremamente rilevante nell’ambito del rischio ambientale e della salute pubblica. I contaminanti del suolo, infatti, possono essere caratterizzati da alti livelli di tossicità, di persistenza nell’ambiente e da una certa mobilità che può portare alla contaminazione delle acque sotterranee e alla catena alimentare, fino a diventare fonte di pericolo per la salute umana. I siti contaminati necessitano, quindi, di interventi di bonifica che si differenziano in funzione delle caratteristiche sito-specifiche, di fattori economici e degli obiettivi della bonifica. Tra le diverse tecniche si inserisce la Phytoremediation, che sfrutta le proprietà ecofisiologiche di particolari tipi di piante per ridurre le concentrazioni di inquinanti nel suolo. Il presente elaborato tratta un caso studio in cui tale tecnica è stata adottata con particolare efficacia per bonificare un sito contaminato da metalli pesanti (Cd, Hg, Zn).