Quando si parla di sito contaminato ci si riferisce a sostanze che hanno causato un’alterazione del suolo, sottosuolo o acque sotterranee: le cause principali possono attribuirsi alla gestione incontrollata dei rifiuti, alla non corretta realizzazione delle discariche, ad alcune attività industriali (attività minerarie), a rilasci cronici o accidentali nel sottosuolo di sostanze tossiche e cancerogene. Tra queste ultime, particolare attenzione è stata rivolta ai BTEX, idrocarburi aromatici non alogenati che vengono riscontrati nei prodotti del petrolio, in seguito ad attività di estrazione, distribuzione e raffinazione. Il Soil Vapor extraction (SVE) è una delle tecnologie più efficaci per l’abbattimento di tali sostanze. L’obiettivo di questo approfondimento è quello di effettuare un confronto tra il SVE e la combinazione dello stesso con la Bioremediation, analizzando, a partire da un primo caso studio, i principali fattori (caratteristiche dei contaminanti, del suolo e condizioni operative) che influenzano i tempi di processo e l’efficienza del SVE per la rimozione del benzene, e di BTEX più in generale, da terreni sabbiosi. Mediante un secondo caso studio, poi, è stata approfondita la combinazione del SVE con la Bioremediation, un’innovativa tecnica biologica che ha permesso più elevate efficienze di rimozione del benzene.